L’Anai con una lettera indirizzata al Ministro della cultura in data 12 dicembre 2023 ha esposto le proprie considerazioni sul nuova organizzazione del Ministero della cultura normate nel “Regolamento di organizzazione del Ministero della cultura, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance”.

In particolare l’ANAI è contraria al declassamento dell’Archivio centrale dello Stato. Riportiamo il passaggio chiave della lettera inviata:

Proprio in questi mesi infatti il settore archivistico mostra il suo ruolo nella riforma del regolamento europeo eIDAS, regolamento che per la prima volta vede affrontare, tra gli altri, anche il nodo della conservazione degli archivi informatici. In questo ambito, il n ostro Paese in generale e le strutture archivistiche interne e periferiche del Ministero hanno acquisito una notevole esperienza fino ad avere un ruolo anche nel campo della condivisione dei dati, secondo asse portante sul quale si basa la nuova Agenda digitale europea. È essenziale tuttavia che tale ruolo sia sostenuto anche da scelte istituzionali volte a garantire l’autorevolezza alle strutture stesse, soprattutto alle più importanti. Ci riferiamo in particolare al ruolo dell’Archivio Centrale dello Stato, ufficio oggi dotato di autonomia speciale di livello dirigenziale generale, sottoposto alla vigilanza della Direzione generale Archivi e, limitatamente ai profili finanziari e contabili, della Direzione generale Bilancio. Crediamo sia di massima importanza che l’istituto conservi il suo ruolo dirigenziale di I fascia, non solo per le funzioni riconosciute, ma per il compito fondamentale che sta svolgendo come soggetto attuatore del sub -investimento 1.1.8, nell’ambito del M1C3, investimento 1.1. “Digital Strategy and Platforms for Cultural Heritage” del PNRR il cui obiettivo è quello di realizzare un Polo di conservazione digitale “per rispondere all’esigenza di adottare strategie e strumenti uniformi per la conservazione degli archivi digitali, in modo affidabile e sostenibile”.

Il Ministero della cultura ha successivamente chiesto al Consiglio di Stato un parere sul Regolamento, parere rilasciato dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell’adunanza di sezione del 16 gennaio 2024;

nel parere rilasciato il Consiglio di Stato si è espresso sul ruolo dell’Archivio centrale dello Stato e sul suo passaggio ad ufficio dirigenziale non generale  dicendo che La rilevanza all’interno dell’organizzazione statale nel suo complesso, delle funzioni dell’Archivio centrale dello Stato, alle quali il regolamento vigente n. 169/2019 attribuisce “autonomia tecnico scientifica”, meriterebbe una attenta riflessione e ponderazione, da parte del Ministero, in ordine alla scelta organizzativa di configurarlo come ufficio dirigenziale non generale, in funzione servente e sotto ordinata alla Direzione generale archivi.

Tale passaggio lascerebbe intendere che anche il Consiglio di Stato ha rilevato la necessità di lasciare l’Archivio centrale dello Stato laddove è stato collocato dal regolamento del 2019; a seguire tuttavia, il medesimo Consiglio di Stato propone Al fine di non de-rubricare (o declassarne) il rilievo organizzativo e funzionale,  l’Amministrazione potrebbe riflettere su altre soluzioni compatibili con la scelta organizzativa effettuata con lo schema di regolamento in esame, quali ad esempio la preposizione del direttore generale archivi anche all’Ufficio centrale dello Stato, quale “titolare-preposto”, coadiuvato, per il coordinamento degli uffici e delle competenze a questi ultimi assegnate, da un dirigente di secondo livello con il ruolo di “coordinatore”.

La lettura di quest’ultimo passaggio risulta di difficile comprensione dal punto di vista attuativo per la premessa posta in essere “al fine di non de-rubricare (declassare)” seguita dall’invito a porre l’Archivio centrale dello Stato sotto la titolarità diretta del Direttore generale archivi, coadiuvato da un dirigente di seconda fascia con il ruolo di coordinatore.

L’Anai, date le premesse, si chiede se davvero la proposta del Titolare preposto coadiuvato da un Dirigente coordinatore può essere la risposta alla dichiarata esigenza di autonomia tecnico scientifica dell’Archivio centrale dello Stato e se, inoltre, può rispondere alla finalità di non de-rubricare (o declassare) il luogo di custodia della memoria dello Stato unitario.

Il Direttivo

Scarica in pdf