Le origini dell’ANAI: il ruolo della rivista Gli Archivi Italiani

Vicende editoriali ed occasioni mancate: la tormentata nascita di una associazione professionale di archivisti

1914

La storia dell’ANAI si avvia con la fondazione della rivista “Gli Archivi Italiani” diretta da Eugenio Casanova, l’allora soprintendente all’Archivio di Stato di Napoli.

Le pubblicazioni legate agli studi archivistici, infatti, segnano molte tappe importanti della storia associativa. “Gli Archivi Italiani” è a pieno titolo il primo tentativo per gli archivisti italiani di Stato di creare una rete di colleghi professionisti.

La pubblicazione “Gli Archivi Italiani” (1919-1921) nasce da un’occasione unica che si presenta nel 1910 agli archivisti italiani. Nel corso del Primo Congresso Internazionale degli archivisti e dei bibliotecari di Bruxelles del 1910 in cui viene stabilito che la seconda edizione si terrà a Milano nel 1914. La scelta di organizzazione il Congresso in Italia è stata determinata dall’influenza del celebre archivista italiano Eugenio Casanova. Nel corso del primo Congresso del 1910, divenne il vero motivatore e punto di riferimento per l’incontro archivistico in Italia.

Per preparare gli archivisti all’edizione italiana de Congresso, lo stesso Casanova ritiene opportuno dar vita a una rivista. Lo scopo è quello di creare uno spazio in cui gli archivisti italiani possano discutere di archivi e archivistica in vista del Congresso.

La rivista diventa, dunque, il primo punto di congiunzione e di incontro degli archivisti di Stato italiani. Come dichiarato da Eugenio Casanova, “Gli Archivi Italiani” nasce come “un’onorevole palestra”, un ambiente di discussione preliminare al Congresso di Milano.

Ora, io credo che sia venuto il momento d’invitare tutte queste energie latenti a svegliarsi, a coordinarsi, a manifestarsi; poichè molti mesi non ci separano dalla prova, che dovranno dare ai colleghi del mondo intiero convenuti a Milano.

Eugenio Casanova, 1914.

Il Congresso del 1914 non si terrà e verrà annullato a causa della Prima Guerra Mondiale. È la prima di una serie di occasioni mancate per creare una rete degli archivisti italiani. Tra cui la cessazione della rivista nel 1921 dovuta all’ostruzionismo del Ministero. Come descritto da Casanova nella lettera di commiato del 1922, la rivista è stata importante per l’archivistica italiana e per le origini dell’ANAI in quanto “la palestra degli studi e della dottrina dei nostri archivisti”.

La rivista si rianimò nel 1933 ma con nuove condizioni e con un nuovo titolo: “Archivi d’Italia” (poco dopo rimase solo “Archivi”). In questa seconda serie, si configurava come una pubblicazione di un editore della casa editrice “Biblioteca d’Arte editrice” diretta da Mario Recchi. Anche in questo caso la rivista riprese le stampe in concomitanza della decisione da parte dei colleghi internazionali nel 1933 di organizzare la seconda edizione del Congresso internazionale degli Archivi nel 1935 o nel 1936 a Roma. Nella direzione del periodico c’è, tra i diversi archivisti di fama nazionale e internazionale, anche l’archivista Armando Lodolini che avrà un ruolo di primo piano per gli esordi dell’ANAI.

Il Secondo Congresso Internazionale degli Archivi anche in questo secondo caso non si tenne in Italia: di nuovo l’Amministrazione archivistica fece naufragare il progetto per ragioni politiche. Il Secondo Congresso internazionale degli Archivi, infatti, si terrà a Parigi nel 1950.

“Gli Archivi Italiani”

Nella Biblioteca Digitale dell’ICAR si possono trovare digitalizzati tutti i numeri della rivista “Gli Archivi Italiani” diretta da Eugenio Casanova.

Le pubblicazioni ANAI

Ben prima della fondazione ufficiale dell’associazione, gli archivisti italiani hanno creato riviste in cui trovavano spazio discussioni sul tema degli archivi e della condizione professionale. Questa tradizione è stata portata avanti dall’ANAI con varie pubblicazioni che danno voce agli archivisti.