Onorevole Sig. Ministro,
torniamo sulla bozza di decreto in oggetto avendo ricevuto osservazioni e sollecitazioni, a cui intendiamo dare voce, da parte di soci e colleghi. La bozza del DM relativa all’Articolazione degli uffici dirigenziali e degli istituti dotati di autonomia speciale di livello non generale del Ministero della cultura (rev. 13.08.2024) introduce inspiegabilmente forti criticità sul presente e sul futuro del progetto PNRR M1C3 1.1.8 – Polo di conservazione digitale, finanziato con 58 milioni di euro, assegnato all’Archivio centrale dello Stato (ACS), in qualità di Soggetto attuatore, dallo stesso Ministero nel 2020 e formalizzato, come obiettivi e target, nel dicembre 2021. Tali obiettivi riguardano la creazione e la gestione di due nuovi sistemi conservativi componenti il Polo di conservazione digitale, ossia l’Archivio digitale intermedio del Ministero della cultura-ADIMiC (sistema di conservazione in house, di medio-lungo periodo, a servizio di tutte le strutture del Ministero) e il Polo di conservazione digitale degli Archivi di Stato-PCDAS (sistema per la conservazione, e fruizione, permanente dei beni archivistici digitali degli Archivi di Stato). Lo stesso Ministero però con la bozza del DM riporta l’ACS alle funzioni di sistema di conservazione solo per gli archivi digitali di valore storico prodotti dalle Amministrazioni centrali dello Stato e degli archivi digitali degli Enti pubblici nazionali soppressi. Di seguito il dettato dell’art. 33, comma 3, della bozza del DM sull’ACS “Costituisce il polo di conservazione degli archivi storici digitali degli organi centrali dello Stato e degli Enti pubblici nazionali soppressi. Assicura la più ampia fruibilità della documentazione archivistica conservata, anche in modalità digitale e da remoto”.
Questa “retrocessione” a nostro avviso:
1) riporta le funzioni dell’ACS al precedente statuto del 2008 (art. 6, d.m. 7 ottobre 2008; Regolamento interno dell’ACS), ripreso anche dall’art. 34 del d.p.c.m. 2 dicembre 2019, n. 169 (Organizzazione Ministero);
2) elimina le funzioni successivamente attribuite all’ACS, grazie al progetto PNRR, quale Polo di conservazione digitale degli Archivi di Stato introdotte con una integrazione del citato d.p.c.m. 169/2019 (art. 14, co. 3, d.m. MiC del 3 febbraio 2022, n. 46) e poi adottate dallo statuto dell’ACS del 2023 (Preambolo e art. 3, co. 1, lett. d, d.m. MiC del 16 marzo 2023, n. 116). Tali funzioni riguardavano la conservazione degli archivi storici digitali degli organi centrali e periferici dello Stato e degli Enti pubblici di rilievo nazionale, degli Enti pubblici nazionali soppressi e di privati che lo Stato abbia in proprietà o deposito per disposizioni di legge o a qualunque altro titolo. Di fatto non era ancora stata inserita la funzione di Archivio digitale intermedio del MiC;
3) entra quindi in netta collisione con le finalità del progetto PNRR M1C3 1.1.8 – Polo di conservazione digitale dell’ACS come sopra brevemente riportate e, ancora, mette seriamente a rischio i target assegnati al progetto afferenti ai trasferimenti e versamenti ai due sistemi conservativi di archivi digitali prodotti dalle strutture del MiC e dalle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato.
Se fosse rispettato il dettato della bozza del DM ci potrebbero essere delle strutture del MiC e degli Archivi di Stato che non riconoscono all’ACS l’autorevolezza e la competenza per lavorare sui detti trasferimenti e versamenti. Questo significherebbe l’impossibilità a raggiungere i target; e se anche si riuscisse ad andare avanti “tutelati” dal progetto PNRR cosa ne sarà dei due sistemi conservativi dopo il dicembre 2026? A nome della nostra comunità, che mostra attenzione nell’ottica di salvaguardare e tutelare, soprattutto in questo caso, investimenti pubblici in risorse umane e finanziarie e che è consapevole della strategicità e dell’importanza del progetto Polo di conservazione dell’ACS in quanto rappresenta, per le sue funzioni, un unicum anche a livello internazionale e può favorire e rafforzare il ruolo del MiC come guida nella transizione digitale del Paese, le chiediamo di considerare queste nostre ulteriori osservazioni che hanno lo scopo di fornire un contributo utile alla realizzazione della riforma MiC.
Confidando nella Sua attenzione, a nome di tutto il Direttivo