Leggendo questo articolo emerge un parallelismo tra archivio e biblioteca come se fossero sinonimi e quindi una domanda sorge spontanea e punta dritta al cuore della nostra professione: che cosa ci fa allora un archivista in un archivio di moda?
Una delle tante sfide che vengono proposte a un archivista della moda è proprio quella di recuperare l’heritage come storia del marchio che si era persa e al contempo si consiglia ai nuovi creativi di attingere con sempre maggior cura ai capi conservati dal brand per ricercare le cifre fondanti e gli stili che lo caratterizzano.
Ma se l’archivio è il complesso del materiale prodotto dal soggetto nello svolgimento della sua attività non sarebbe interessante allargare un po’ lo sguardo ed accennare anche ad altre componenti fondamentali che dovrebbero far parte dell’Archivio storico di un brand come bozzetti, progetti, moodboards, ispirazioni ma anche tutti i contenuti collegati al lancio delle collezioni come fotografie, video, colonne sonore, lookbooks, campagne pubblicitarie, e addirittura le boards che si usano produrre direttamente per le sfilate con la lista dei capi e la foto delle modelle?
Dovrebbero far parte a pieno titolo dell’archivio che non sarebbe così ridotto ad essere definito “una biblioteca, ma fatta di vestiti”, come è comunemente percepito dai più.
Il lavoro di ricerca e acquisizione di capi vintage facenti parte di collezioni passate e perse è uno dei lavori in un archivio di moda, ma non è la caratteristica saliente.
Se accettiamo la definizione di archivio di moda come semplice collezione di abiti accettiamo anche che l’archivio di moda NON sia un archivio, che possa quindi essere smembrato, modificato, lo priviamo del suo valore.
Per fare tutto ciò comunque ci vorrebbe una persona preparata in grado di sensibilizzare le aziende fin dalla genesi alla conservazione attenta di tutto il loro patrimonio e alla successiva valorizzazione: ci vorrebbe un archivista!
Il link all’articolo:
https://www.vogue.it/article/canada-goose-archivio-parka-piumini