A seguito della presa di posizione dell'ANAI, espressa nella lettera del Presidente Marco Carassi pubblicata di recente sul Notiziario, in Commissione cultura della Camera le onorevoli Manuela Ghizzoni e Flavia Piccoli Nardelli hanno presentato una interrogazione al Ministro di cui si riporta il testo a seguire.
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GHIZZONI, PICCOLI NARDELLI. Al Ministro per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo, al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione – Per Sapere –
Premesso che:
il decreto- legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135, ha previsto, all'articolo 2, la riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 gennaio 2013 ha, successivamente, definito la nuova dotazione organica del Ministero per i beni e le attività culturali prevedendo una riduzione di circa 300 dipendenti di ruolo compresi i comandati provenienti da altre amministrazioni;
risulta che la Direzione generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio e il personale del Ministero abbia informato alcuni istituti, presso cui risultano dipendenti comandati, della necessità di provvedere al rientro dei medesimi nell'amministrazione di appartenenza;
inoltre, l’articolo 30, comma 2 sexies del decreto legislativo del 30 marzo 2001, n. 165 così modificato dalla legge 4 novembre 2010, ha fissato un termine massimo di tre anni per l’utilizzazione temporanea del personale comandato da altre amministrazioni;
il personale comandato presso il Mibac, ed in particolare quello inserito presso gli Archivi di Stato e le Soprintendenze archivistiche, svolge mansioni rilevanti dal punto di vista tecnico-scientifico e amministrativo, tanto che la perdita di tale personale potrebbe generare gravi problemi di funzionalità ai servizi del ministero e aggravare le già note e strutturali carenze in specifici settori;
in particolare, nel sistema degli Archivi di Stato risulterebbero - da una prima valutazione - almeno quaranta situazioni di fortissima criticità se al personale in comando non venisse data conferma di tale posizione, come peraltro già accaduto presso l'Archivio di Belluno e di Fermo. In merito poi alle Soprintendenze, si segnala la particolare condizione di quella per l’Emilia Romagna, presso la quale operano tre comandati, peraltro fortemente impegnati a fronteggiare l’emergenza post-terremoto del maggio 2012;
infine, che la revoca dei comandi non risolverebbe di certo le esigenze di risparmio della spesa pubblica e - oltre a ledere il diritto dei lavoratori interessati, maturato negli anni, ad avere il riconoscimento della reale condizione lavorativa - avrebbe come immediata conseguenza la mancata prosecuzione di molte importanti attività e la mancata erogazione di servizi fondamentali per il territorio finora svolti, con estrema competenza, da tale personale
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quali provvedimenti di propria competenza intendano adottare i Ministri in indirizzo al fine di tutelare preziose competenze che da anni operano presso strutture dell’amministrazione del Mibac, quali Archivi di Stato e Soprintendenza archivistiche, e come intendano garantire i servizi erogati grazie al personale comandato ormai organicamente presente in tali istituti.