ANAI - Comunicato del direttivo nazionale ANAI sulla riorganizzazione del MIBAC
Roma, 2 settembre 2019

COMUNICATO DEL DIRETTIVO ANAI SU RIORGANIZZAZIONE MIBAC

 

Nello scorso mese di maggio, quando fu presentata per la prima volta la bozza di DPCM di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, un coro di critiche, si levò per segnalare le numerosissime tare del provvedimento, da parte dei sindacati, del Consiglio superiore per i beni culturali e dei Comitati tecnico-scientifici. L'ANAI sottopose all'attenzione del Ministero una dettagliata analisi delle criticità rilevate per gli archivi; le stesse critiche furono rilevate dal Comitato tecnico scientifico di settore e da molti altri interlocutori con significativa convergenza. 

Esse erano solo la spia di un più generale contesto nel quale, come denunciato dallo storico Giovanni De Luna dalle colonne de La Stampa lo scorso 1° agosto, "il ruolo degli Archivi di Stato appare come svuotato dall'interno" infliggendo "una ferita culturale i cui aspetti concreti sono sotto gli occhi di tutti". L'estinzione di personale dirigenziale, di archivisti di Stato, di custodi e di personale amministrativo si aggiunge alla mancanza di nuovi depositi che possano accogliere la documentazione destinata alla conservazione permanente e alla pubblica fruizione, il tutto nel quadro di una povertà di risorse, materiali e culturali, che rende sempre più difficili effettuare gli interventi di ordinamento, inventariazione e, più in generale, di tutela della nostra Storia. Sarà ben difficile salvare gli archivi per la posterità se continueremo ad annichilirli nel presente.

Nonostante tutto questo, il DPCM è stato emanato pressoché invariato il 19 giugno scorso. Si disse allora che le osservazioni sarebbero state tenute in considerazione nel successivo D.M. di articolazione degli uffici.

 

Riceviamo ora, tramite i sindacati, l'atteso schema di D.M., messo a punto nel bel mezzo della crisi di governo, praticamente in articulo mortis del medesimo, trasmesso dagli uffici del MiBAC con una nota del 14 agosto scorso. È singolare e scoraggiante rilevare come permangano le criticità individuate per il settore archivi a quattro anni dalla riforma Franceschini (infelicissimo accorpamento di Soprintendenze, ancor più deleterio accorpamento di quella siciliana con l'Archivio di Stato di Palermo, di fatto depotenziando le possibilità di intervento dell'unico ufficio statale di tutela nella regione autonoma e molto altro), e come la disattenzione istituzionale abbia prodotto una proposta ancora più inadeguata di quanto immaginato, i cui effetti definiscono palesi distorsioni di organizzazione e competenze.

Infatti, con riferimento alle attribuzioni della Direzione generale Archivi si assiste al paradosso che il solo Servizio I Organizzazione e funzionamento (i cui compiti sono essenzialmente di tipo contabile e di gestione del personale e non è di norma diretto da un dirigente archivista) è abilitato all' "Elaborazione di direttive e circolari esplicative nelle materie di competenza della Direzione generale Archivi" (materie essenzialmente di tipo tecnico-archivistico), mentre risulta radicalmente depotenziato l'unico servizio tecnico diretto da un dirigente archivista, ossia il II, Patrimonio archivistico, costretto a raccordarsi con I' Unità per la programmazione, l'innovazione e la digitalizzazione dei processi presso il Segretariato generale per attività squisitamente scientifiche, da sempre e in tutto il mondo affidate esclusivamente agli archivisti, ovvero l'"Elaborazione di metodologie archivistiche relative all'attività di riordinamento e inventariazione ". E' evidentemente sfuggito all'estensore del testo, ignaro dell'abc del lavoro archivistico, il fatto che l'attività cui si fa riferimento riguarda gli archivi storici e si sostanzia in primo luogo in una ricostruzione storica delle istituzioni e dei soggetti che hanno prodotto gli archivi del passato, per giungere ad una loro descrizione (effettuata secondo regole internazionalmente condivise) che li renda utilizzabili dagli studiosi.  

Perché mai un simile lavoro scientifico debba "raccordarsi" con una Unità che "cura il coordinamento dei sistemi informativi del Ministero; promuove e coordina la ricognizione storica e la digitalizzazione, ad opera delle  direzioni  generali,  ciascuna  nel  proprio  ambito  di competenza, dell'attività amministrativa posta in essere dallo Stato nella  tutela  del  patrimonio  culturale;  promuove  e  coordina  la digitalizzazione, ad opera delle direzioni generali,  del  patrimonio culturale nazionale" è cosa francamente assai poco comprensibile.

Scompaiono tutti gli altri compiti che il corrispondente DM del 2014 attribuiva al Servizio II (che per comodità si riportano in appendice, segnalando in grassetto le parti eliminate) privando l'intero settore di una connotazione tecnica necessaria a garantire sostanza, consapevolezza e futuro ai nostri archivi. 

Chi farà tutto questo? Il Direttore generale da solo?  Questi compiti, che costituiscono il nocciolo della tutela che un tempo era l'attività istituzionale del Ministero sembrano non aver trovato posto nell'idea di Ministero proposto dall'attuale schema: Non sono attribuiti al Servizio I (che però su questi temi potrà e dovrà, evidentemente emanare circolari) e neppure al nuovo Servizio III, che si occuperà solo di sedi, appalti, valutazione dei dirigenti e trasparenza, in una accozzaglia di compiti giustapposti (quando sarebbe stato meglio un secondo servizio tecnico). Sembra, insomma che negli interessi del Ministro Bonisoli non sia centrale, come invece dovrebbe essere, recuperare il patrimonio documentario disperso o illecitamente esportato, incrementarlo mediante acquisizioni, vigilare sulle esportazioni. Come sembra non interessare al Ministro Bonisoli garantire la consultabilità della documentazione riservata, con buona pace di quanti, a partire dai familiari delle vittime, vorrebbero far luce sui momenti oscuri della storia della Repubblica, promuovere studi e ricerche, o, diffonderle tramite riviste specializzate. C'è di che dar ragione a quanti, nel mondo degli archivi di Stato, chiedono da tempo di uscire da un Ministero inconsapevole della funzione sociale oltre che culturale degli archivi per trasformarsi in una Agenzia indipendente o essere posti alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio.

 

L'ANAI intende promuovere con forza ogni possibile iniziativa perché questo decreto venga radicalmente modificato, così come sarà indispensabile modificare il DPCM ormai entrato in vigore e si augura che si esca tempestivamente dall'attuale situazione di crisi del governo e si creino le condizioni per una profonda revisione di una impostazione esclusivamente burocratica della gestione del MiBAC , raffazzonata e del tutto ignara della reale attività in un settore strategico per la pubblica amministrazione, e per l'identità del paese, quali sono gli archivi, custodi della storia e della memoria degli italiani e dell'Italia.

 

 

 

 

DM 2014

DM 2019

 Servizio II Patrimonio archivistico

 

 

  • Coordinamento delle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico svolte dalle strutture periferiche del Ministero, ivi incluse, solo in caso di necessità ed urgenza, informato il Segretario generale, l'avocazione e la sostituzione, anche su proposta del Segretario regionale
  • Predisposizione di linee guida e direttive per la formazione degli archivi correnti
  • Elaborazione di accordi di programma quadro e di altri strumenti di programmazione negoziata di cui all'articolo 2, comma 203, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, nonché di accordi di valorizzazione, di cui all'articolo 112, commi 4 e 9, del Codice
  • Elaborazione di metodologie archivistiche relative all'attività di riordinamento e inventariazione
  • Progettazione tecnico-scientifica dei poli archivistici.
  • Adempimenti in materia di: riproduzione e restauro dei beni archivistici; autorizzazione per gli interventi previsti dall'articolo 21, comma 1, del Codice, da eseguirsi sui beni archivistici sottoposti a tutela; prestito di beni archivistici relativi a mostre o esposizioni sul territorio nazionale o all'estero ai sensi dell'articolo 48 del Codice; uscita temporanea per manifestazioni, mostre o esposizioni d'arte di alto interesse culturale ai sensi dell'articolo 66 del Codice; dichiarazione ai sensi dell'articolo 48, comma 6, del Codice del rilevante interesse culturale o scientifico di mostre od esposizioni di beni archivistici; pagamento di imposte mediante cessione di beni archivistici; acquisizioni coattive di beni archivistici ai sensi del Codice e acquisti a trattativa privata, secondo le modalità di cui all'articolo 21 del regio decreto 30 gennaio 1913, n. 363; donazioni e lasciti testamentari; comodati e depositi volontari, nonché depositi coattivi di archivi non statali; circolazione di beni archivistici in ambito internazionale; ricorsi amministrativi previsti agli articoli 16, 69 e 128 del Codice; recupero all'estero del patrimonio culturale di interesse archivistico illecitamente esportato; controllo sulle case d'asta e sul mercato mobiliare con riferimento al patrimonio archivistico.
  • Elaborazione di regole tecniche in materia di formazione e conservazione di documenti digitali della pubblica amministrazione, ai sensi del Codice dell'amministrazione digitale
  • Individuazione, d'intesa con i competenti organi del Ministero dell'interno, dei documenti di carattere riservato presso gli archivi pubblici e privati e definizione delle modalità di consultazione dei medesimi
  • Attività amministrative connesse all'erogazione di contributi per interventi su archivi vigilati
  • Attività redazionale a livello cartaceo ed elettronico relativa alle pubblicazioni degli Archivi di Stato e al periodico ufficiale "Rassegna degli Archivi di Stato"
  • Promozione di studi e ricerche, anche tramite l'Istituto centrale per gli archivi.

Servizio II Servizio II Patrimonio archivistico

 

  • Coordinamento delle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico svolte dalle strutture periferiche del Ministero
  • Predisposizione di linee guida e direttive per la formazione degli archivi correnti
  • Elaborazione di accordi di programma quadro e di altri strumenti di programmazione negoziata di cui all'articolo 2, comma 203, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, nonché di accordi di valorizzazione, di cui all'articolo 112, commi 4 e 9, del Codice
  • Elaborazione di metodologie archivistiche relative all'attività di riordinamento e inventariazione, in raccordo con I'Unità per la programmazione, dei processi presso il Segretariato generale
  • Progettazione tecnico-scientifica dei poli archivistici.

 

 

Roma, 2 settembre 2019

 

Il Direttivo nazionale Anai

 

 




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