L'impegno per la tutela della professione
Brevi dall'ANAI n°3

Nel corso del 2019 è prevista, in concomitanza con le assemblee, la realizzazione di un incontro formativo e informativo sul riconoscimento delle professioni tecniche (Biblioteca nazionale centrale di Roma, 5-6 aprile 2019) con specifico riferimento ai provvedimenti che riguardano il settore archivistico.

 

Il 2018 ha visto l’associazione impegnata a sostenere in tutte le sedi opportune il ruolo degli archivisti e la rilevanza dei patrimoni documentari, con particolare riferimento alla necessità di rispettare la normativa sulla gestione informatica dei documenti e sugli archivi digitali).  Abbiamo difeso la qualità del profilo professionale degli archivisti sia a livello nazionale (monitorando ad esempio il lavoro del Mibac in relazione alla predisposizione degli elenchi dei professionisti prevista dall’art. 1 della legge 22 luglio 2014, n. 110 e all’emanazione del successivo decreto ministeriale, previsto entro 6 mesi dalla data in vigore della legge e ancora sepolto negli uffici di staff del ministro), sia contrastando i progetti di sanatoria per i funzionari interni al Mibac. Abbiamo sollecitato il ministro ad attivare le procedure per un nuovo concorso per archivisti di Stato e per la dirigenza tecnica, sottolineando (in occasione di un incontro con il capo di Gabinetto del Mibac) la necessità, più volte ribadita di dar luogo a procedure concorsuali con cadenza almeno biennale in grado di assicurare per tutti i profili necessari alla buona gestione del Ministero il rispetto della pianta organica recentemente approvata e il ricambio generazionale ancora indispensabile, nonostante l’espletamento del concorso del 2016 e l’assunzione di 190 archivisti di Stato.

 

Abbiamo continuato a insistere sulla necessità e sull’urgenza di portare a termine la riforma delle scuole degli archivi di Stato. Anche grazie alla nostra iniziativa il provvedimento è stato licenziato dal Mibac ed è stato inviato agli uffici del Miur. La proposta di riforma include una norma transitoria (espressamente richiesta da ANAI)  al fine di riconoscere il valore di diploma di specializzazione (terzo livello) per tutti coloro che hanno il titolo e sono in possesso di un diploma di laurea specialistica, magistrale o di vecchio ordinamento.

 

Abbiamo sottolineato anche al ministro Bonisoli la revisione e coordinamento delle disposizioni esistenti (ad esempio nella forma di un testo unico). L’associazione sarà attiva innanzitutto sviluppando un documento di base da condividere per la parte comune con le altre associazioni in ambito MAB.

 

 

Elenchi Mise (Legge 4/2013)

 

Dopo il lungo periodo di stallo e grazie ad un’azione congiunta con il CoLAP, è finalmente giunto a conclusione l’iter dell’iscrizione negli elenchi del Mise di Anai, che ora è inclusa tra le associazioni che possono rilasciare l’attestazione di qualità e di qualificazione professionale dei servizi prestati dai soci ai sensi della L. 4/2013 (vai al sito del Mise).

 

La legge, come è noto, rappresenta una garanzia per l’utente (sia in ambito pubblico che privato e nel rispetto delle regole sulla concorrenza) poiché le attestazioni di qualità dei servizi erogati dal professionista possono essere rilasciate dalle associazioni di riferimento, sotto la loro responsabilità, solo se le associazioni in questione sono in grado di osservare gli stringenti obblighi prescritti dalla legge 4/2013 (dichiarati nei loro Statuti), che prevedono una gestione democratica dell’associazione, la trasparenza delle attività e degli assetti organizzativi, la promozione della formazione continua degli associati, l’adozione di un codice deontologico, etico e di condotta, riferito anche al Codice del Consumo, la vigilanza sull’osservanza da parte dei soci della condotta professionale, una struttura organizzativa tecnico-scientifica capace di  attuare gli  impegni, l’attivazione di uno sportello per il consumatore, la non esclusiva rappresentanza della professione, rendendo note inoltre tutte le attività e gli standard che garantiscono la qualità della professione. È in atto la definizione della procedura per il rilascio delle attestazioni.

 

 

Elenchi Mibac (legge 110/2014)

 

Come già ricordato, seguiamo con grande attenzione (e crescente preoccupazione) l’iter relativo al provvedimento di approvazione degli elenchi dei professionisti che ha ormai accumulato un ritardo (rispetto alle indicazioni della norma primaria) di ben 4 anni.

ANAI ha supportato il Comitato tecnico-scientifico con attente indicazioni sia nella prima stesura, sia nella revisione della bozza del Regolamento, controllando l’allineamento delle competenze, abilità e conoscenze con la norma UNI 11536 e intervenendo nella definizione dei requisiti di accesso. In particolare ANAI ha richiesto con grande determinazione il requisito transitorio che prevede il Diploma di archivistica, paleografia e diplomatica, in assenza di diploma di laurea, con almeno 24 mesi di esperienza lavorativa. I professionisti che ricadono in questa casistica, in un primo momento, erano stati esclusi completamente dai profili individuati perché il possesso del diploma di laurea era stato ritenuto dagli estensori fattore obbligatorio per l’esercizio della professione.

ANAI auspica, quindi, che il provvedimento passi alla fase attuativa il più presto possibile e che la recente ipotesi di accordo tra il Mibac e le organizzazioni sindacali in merito alle “progressioni tra le aree per il triennio 2018-2020” tengano effettivamente conto dell’attinenza dei titoli di studio posseduti rispetto al profilo cui si concorre per la riqualificazione.  

 

 

Osservatorio bandi

 

Abbiamo continuato il lavoro di monitoraggio dei bandi inserendo all’interno dell’Osservatorio le gare e le proposte per lo svolgimento di lavori archivistici. Nel contempo, come testimoniano le comunicazioni inviate ai Comuni di Catania, Albignasego e Bolzano, solo per citare le ultime in ordine di tempo, abbiamo mantenuto alta l’attenzione in difesa della nostra professione intervenendo ogni qualvolta, su segnalazione dei soci e non, ci siamo trovati di fronte a bandi i cui requisiti erano troppo generici e non professionalmente qualificanti o non hanno rispettato i criteri formativi previsti dalla normativa vigente.




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