Gentilissima Assessora,

ha destato non pochi timori nelle nostre Associazioni il cenno da Lei fatto, nel corso di una sua intervista pubblicata su Repubblica lo scorso 29 maggio, al possibile impiego dei beneficiari del reddito di cittadinanza in non meglio specificati "progetti di archiviazione per i quali non ci sono né risorse, né personale e che non si farebbero mai".

Le nostre Associazioni sono da sempre impegnate nel tutelare la qualità della formazione e della professione archivistica, professione che richiede un alto grado di specializzazione.

Le competenze necessarie sono acquisite, infatti, attraverso lunghi anni di studio nelle università e nelle scuole degli archivi di Stato, nonché attraverso la maturazione di specifiche esperienze professionali come, peraltro, ribadito ancora solo pochi giorni fa dal decreto ministeriale istitutivo degli elenchi dei professionisti dei beni culturali firmato dal ministro Bonisoli.

Siamo pertanto a chiederLe delucidazioni in merito ai progetti dell'Amministrazione civica di Torino, confidando che il cenno da Lei fatto

nell'articolo possa riferirsi all'utilizzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza quale mero supporto per interventi che non prescindano dalla presenza di personale specificatamente preparato.

Siamo naturalmente disponibili ad offrire qualsiasi forma di supporto alle decisioniche auspichiamo possa assumere a fronte di questa nostra doverosa precisazione.

Micaela Procaccia

Presidente

Associazione Nazionale Archivistica Italiana

Andrea Giorgi

Presidente

Associazione Italiana Docenti Universitari Scienze Archivistiche