Al Dirigente del Servizio II – Personale e relazioni sindacali
Direzione generale Organizzazione
dott. Alessandro Benzia
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Gentile dott. Benzia,
a seguito della nota del 16 luglio inviata dalla nostra Associazione d'intesa con AIB e Assotecnici e della Sua risposta del 25 luglio u.s. non posso che accogliere con favore la sua disponibilità a un incontro per raccogliere le osservazioni della nostra Associazione in merito alla procedura di progressione tra le aree, su diversi aspetti della quale – non lo nascondo – permangono ancora forti perplessità, soprattutto in relazione alle prospettate «equipollenze tra anzianità di servizio e i titoli post lauream». L’accordo raggiunto al tavolo di contrattazione nazionale nei giorni scorsi costituisce una inaspettata inversione di marcia rispetto alla tendenza dell’ultimo quinquennio orientata al giusto riconoscimento, in termini di autorevolezza e qualificazione, delle professionalità operanti nel settore dei beni culturali. Tale percorso ha visto l’apporto costante, talora critico, ma sempre franco e collaborativo, della nostra Associazione che anche oggi ritiene opportuno intervenire, inviandoLe in via ufficiale una proposta di dettaglio, coerente con la posizione tenuta nello stesso torno di anni e arricchita dalle considerazioni maturate da chi scrive in attività connesse alla valutazione dei titoli a fini di procedure concorsuali e alla definizione degli elenchi di cui alla legge 110/2014.
Sottolineo che ritengo ancora più essenziale valutare attentamente le singole voci presenti in tabella, con particolare riferimento ai requisiti di accesso, soprattutto per quei profili (quello degli archivisti di Stato tra questi) che prevedono percorsi formativi diversificati e flessibili, ma sempre implicanti conoscenze disciplinari specifiche, senza le quali nessun professionista è in grado svolgere con la necessaria qualità la funzione di tutela (ad esempio lauree magistrali o di vecchio ordinamento specifiche o lauree non specifiche che tuttavia richiedono obbligatoriamente una integrazione a livello di specializzazione di III livello).
Con riferimento alla proposta di tabella che si allega, chiarisco di seguito i principali aspetti che ne caratterizzano l'articolazione, tutti finalizzati ad assicurare che la selezione garantisca l'adozione di criteri di qualità basati sulle peculiarità del profilo tecnico-scientifico di riferimento (archivista, bibliotecario, archeologo, ecc.), che del resto mi è sembrato costituire, per fortuna, uno dei criteri di base dell’accordo citato in relazione ai profili tecnici.
In coerenza con questo principio e per il riconoscimento della qualità tecnico-scientifica dei candidati, è fondamentale che si specifichi sempre il profilo professionale di riferimento e che almeno uno dei titoli di II o di III livello siano strettamente attinenti al settore disciplinare di riferimento (nel caso degli archivisti si tratta della laurea magistrale LM-5 e dei titoli di specializzazione in archivistica quali dottorati, master biennali, diplomi di specializzazione, diploma delle Scuole APD). Non è, del resto, accettabile (nell’ottica della qualità che anche il ministro nella sua audizione alla Commissione cultura ha sottolineato) che si valutino titoli di altri profili disciplinari per esercitare la funzione di tutela sugli archivi come nel caso di un candidato che partecipi alla procedura con una laurea generica in storia o in scienze politiche e un titolo di specializzazione in archeologia. Nell'esempio riportato potrebbe diventare funzionario archivista di Stato un candidato che non ha acquisito nessuna conoscenza curricolare nel settore. Il riconoscimento degli anni di esperienza deve basarsi anch’esso sul principio che si tratti di attività specifica maturata nel settore per il quale si concorre (archivista di Stato, archeologo, ecc.) e che tali attività siano debitamente attestate ed effettivamente svolte: non basta aver lavorato per anni in un Archivio di Stato per aver titolo per diventare archivista di Stato.
L’ipotesi di accordo sottoscritta il 31 luglio non ha purtroppo previsto di dare un peso maggiore alla prova scritta, limitandola a «un test scritto mediante domande a risposta multipla su materie trasversali a tutti i profili; è opinione di chi scrive che i funzionari devono essere in grado di operare con piena consapevolezza delle specificità del settore (archivistico, archeologico, ecc.) e devono saper produrre testi e documentazione di elevata complessità tecnica; tale complessità avrebbe dovuto essere valutata dalle commissioni e costituire elemento imprescindibile di ammissione agli orali o di esclusione. Il riconoscimento di un «un bonus fino ad un massimo di 10 punti per l’eventuale superamento di precedenti procedure selettive di riqualificazione interne» lascia, allo stesso modo, alquanto perplessi e dovrà, comunque, essere calibrato in modo coerente con l’obiettivo di selezionare i migliori candidati per l’esercizio di una funzione che noi riteniamo di grande rilevanza; per tale ragione si ritiene che tale bonus non possa superare i 5 punti previsti dalla proposta della nostra Associazione.
La posizione ferma delle associazioni che difendono le professioni tecniche e i patrimoni culturali cui sono affidati e la preoccupazione perché le competenze e conoscenze specifiche siano adeguatamente riconosciute costituiscono elementi costanti della nostra azione, tanto più rilevanti quanto più significativa è l’istituzione di riferimento. In questo caso il Mibac – per la funzione centrale che svolge nell’esercizio della tutela – non può che essere oggetto privilegiato della nostra azione di monitoraggio, tenuto anche conto della disattenzione con cui in passato il Ministero stesso ha gestito le sue professionalità tecniche. Il nostro atteggiamento rispecchia il rispetto che nutriamo per le funzioni istituzionali e gli obiettivi strategici che lo Stato ha affidato al Mibac e che confidiamo che il Ministero saprà sostenere anche in questa occasione.
L’Anai è naturalmente disponibile ad approfondire i temi in questione nel corso di ulteriori incontri anche in considerazione della complessità delle problematiche da considerare.
Maria Guercio
Presidente Anai
In allegato: nota sui requisiti di accesso