Oggetto: Archiviazione e digitalizzazione documentale del Fondo geografico della Biblioteca Angelica.
Lo scorso 9 maggio è apparso sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali - Biblioteca Angelica (Avvisi e circolari) un avviso per la selezione di "un'associazione di volontariato, senza scopo di lucro e con esperienza almeno triennale nel settore della tutela dei patrimoni culturali, aventi sede legale e operativa nel Comune di Roma, per il supporto alle attività di:
- Archiviazione e digitalizzazione documentale, con particolare riferimento al prezioso Fondo geografico della Biblioteca".
Il progetto prevede la realizzazione di tale attività dal 1° settembre 2019 al 31 dicembre 2019, ricorrendo ad un massimo di 7 volontari, impiegati per 5 ore al giorno e per un massimo di 5 giorni settimanali e rimborsati con un contributo il cui ammontare giornaliero non dovrà superare il costo complessivo di Euro 25 (venticinque/00) lordi per ciascun volontario.
Il ricorso al volontariato nelle attività di pubblica utilità è certamente apprezzabile, esso sottolinea il ruolo centrale del terzo settore nella società civile. Tuttavia, occorre rilevarlo, l'avviso in questione
presenta alcuni profili di criticità.
Nell'avviso non è presente alcuna specifica che definisca le qualifiche professionali necessarie né chiarisca cosa sia da intendersi per ‘esperienza nel settore della tutela dei patrimoni culturali' da parte dell'associazione di volontariato. Ne deriva il dubbio che le attività da svolgere come supporto ai lavori di archiviazione e digitalizzazione documentale (con particolare riferimento al Fondo geografico della Biblioteca) possano o meno essere considerate di mero supporto materiale.
La generica "descrizione della formazione del personale volontario sulle attività oggetto della selezione", come ricordato al punto 5 lett. c dell'avviso, inoltre, non è garanzia di per sé sufficiente a veder rispettato il disposto dell'articolo 9 bis del Codice dei beni culturali il quale, introdotto dalla recente legge 110 del 2014, prevede che gli interventi sui beni culturali, siano affidati, secondo le rispettive competenze, alla responsabilità o alla diretta attuazione di professionisti "in possesso di adeguata formazione ed esperienza professionale».
Inoltre, il bando rinvia la definizione dei compiti e una migliore definizione di dettaglio delle modalità di svolgimento delle attività ad una successiva convenzione, mentre riserva ( punto 7.1 del bando) e riserva alla Biblioteca una "funzione di controllo attraverso verifiche in ordine all'attuazione del programma" senza specificare se l'attività richiesta all'associazione di volontariato individuata comprenda schedatura e metadatazione dei materiali digitalizzati e altri aspetti squisitamente tecnico- scientifici dei progetti di digitalizzazione.
Temiamo che l'indeterminatezza del bando, come già accaduto in simili casi in passato, possa portare ad interpretazioni riduttive del lavoro dei professionisti seri e competenti che operano nelle biblioteche e, in generale nel settore dei beni culturali, come anche del reale supporto del volontariato nei beni culturali e abbiamo ritenuto opportuno segnalare questo concreto rischio in spirito di collaborazione.
In attesa di riscontro, porgiamo il nostro saluto più cordiale.
Per il Direttivo nazionale Anai
Micaela Procaccia
(Presidente)